Intelligenza Artificiale, anche l’Europa si muove e può essere esempio per le questioni legali ed etiche

EIT Digital, in occasione dell’Innovation Day 2019, fa il punto sullo stato di salute dell’IA e presenta i risultati raggiunti in ambito autonomous driving, efficienza energetica, salute e finanza.

«Un libro di Kai-Fu Lee uscito circa un anno fa dovrebbe farci riflettere: si intitola “AI Super-Powers. China, Silicon Valley & new world order”. Nella narrativa dell’Intelligenza artificiale sembra non esserci posto per l’Europa». Così Gian Mario Maggio, EIT Digital, apre l’Innovation Day 2019, intitolato “The AI Revolution: Hype or Reality?”.

Seppur partendo in ritardo, e con l’ulteriore difficoltà di dover compattare la frammentazione esistente a livello europeo in ambito di Ricerca e Innovazione, l’Europa ha iniziato a disegnare una propria via all’IA. Che passa dagli aspetti legali ed etici. Come ha ricordato la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, quella europea è una “Human centric & trustworthy AI”.

A fare un po’ d’ordine sullo stato dell’arte e provare a guardare alle principali sfide e opportunità è Mattia Corbetta, OECD. Prima mette in chiaro che siamo allo stadio dell’Artificial Narrow Intelligence, un’intelligenza artificiale progettata per realizzare specifici compiti di problem-solving o di ragionamento, e che a un’intelligenza simile a quella umana, non arriveremo certamente prima di una trentina d’anni.

Poi fa chiarezza su una delle paure più diffuse quando si parla di IA: «Non saranno interi lavori a venire sostituiti dall’Intelligenza Artificiale, ma alcuni compiti specifici all’interno di un ambito lavorativo. È importante sviluppare delle strategie condivise, che sono necessariamente multi-stakeholder e devono coinvolgere i Governi nel loro insieme. L’AI è trasversale, non ha a che fare solo con l’innovazione o il digitale, tocca economia, istruzione, lavoro, trasporti». E su questo punto c’è ancora molto lavoro da fare: in Europa solo Francia, Germania e Uk hanno adottato una strategia e previsto degli investimenti per lo sviluppo dell’AI.

Impatto dell’AI sul business e sulla società
L’Innovation Day è l’occasione per EIT Digital per raccontare i risultati raggiunti e anticipare le prospettive future, declinati in alcuni dei più interessanti settori di applicazione dell’IA.

Si parte da uno dei campi più caldi, quello dei veicoli a guida autonoma. Harri Santamala, Sensible 4, evidenzia quella che è la sfida fondamentale: «Il problema più grande è che l’adattamento a condizioni meteorologiche estreme è ancora irrisolto. Piogge violente o troppa neve inibiscono i sensori.»

La risposta è la ridondanza, a tutti i livelli, partendo proprio dai sensori. «Dobbiamo puntare ad arrivare al livello 5, l’autonomia completa – sottolinea Santamala –, ora siamo ancora Sensible4. Ma l’obiettivo è quello di essere sul mercato nei prossimi anni, non decadi.» Con un occhio di attenzione all’ambiente, indica come preferibile la soluzione di puntare sui trasporti collettivi, per ridurre l’inquinamento e la congestione del traffico nelle grandi città.

E in tema di sostenibilità, Giuseppe Giordano, CEO Enerbrain, offre una fotografia non proprio rassicurante all’inizio del suo intervento: «Il 40 per cento dell’energia mondiale è usata dagli edifici, semplicemente per scaldare e raffreddare gli ambienti. Attraverso i nostri sensori, completamente realizzati in Italia, e l’uso dell’Intelligenza Artificiale cerchiamo di rendere gli edifici più intelligenti e più efficienti».

I sensori di Enerbrain misurano temperatura, umidità, CO2, che permette di stimare il numero di persone presenti in una stanza e di intervenire di conseguenza sul termostato o sull’aerazione dello spazio. L’AI permette di reagire ai cambiamenti in tempo reale, impara dall’esperienza e consente di anticipare le necessità. In questo modo migliora il comfort e si riducono i consumi e l’impatto sull’ambiente. Come dimostra il progetto avviato con il Comune di Torino, che ha portato a dotare di sensori Enerbrain 89 edifici pubblici cittadini, che in quattro settimane ha fatto risparmiare 6.700 MWh e ridotto di1.400 tonnellate le emissioni di CO2.

Particolarmente interessante l’approccio Baher Al Hakim, Medicus AI, nell’impiego dell’intelligenza artificiale in ambito medico: «L’IA interviene per amplificare l’empatia umana. Alleggerendo il medico dell’obbligo di compilare formulari e cartella clinica, gli permette di dedicarsi interamente al paziente». Contrariamente a quanto si potrebbe temere, insomma, non si va verso una spersonalizzazione del rapporto medico – paziente, ma, sgravati una serie di obblighi attraverso la tecnologia, sarà maggiore il tempo che potrà essere dedicato al rapporto umano. Medicus.ai, da un lato offre al medico report puntuali, strutturati e ordinati, insights significativi, sbloccando il pieno potenziale dei dati sulla salute. Dall’altro, permette al paziente di monitorare il suo stato di salute attraverso una dashboard di facile utilizzo. Il primo programma è stato sviluppato per accompagnare le donne in gravidanza, scandendo i controlli e i test da fare e fornendo indicazioni su come comportarsi in base agli esiti.

L’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico giocano un ruolo fondamentale anche nel settore finanziario. Giacomo Barigazzi, Axyon AI, ha parlato di AI nella gestione patrimoniale e dei rischi nella gestione dei dati finanziari. «Avere a disposizione grandi quantità di dati è un fattore abilitante per fare previsioni sul comportamento futuro delle attività, che vanno però gestiti correttamente per sviluppare una strategia di investimenti basata sull’IA».

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