La corsa di Qualcomm per conquistare il mercato del Pc

Le principali novità che il produttore americano dei chip per smartphone presenta all’Ifa di Berlino sono rivolte a Windows e non ad Android. Perché dallo scorso giugno è cambiato tutto.

C’è fame di novità, nel mondo Pc. E Qualcomm, che sta combattendo varie battaglie su fronti diversi (da [quella contro Apple, finita con una serie di accordi extragiudiziali a quella indiretta contro i grandi produttori cinesi, Huawei in testa, per la supremazia 5G, portata avanti grazie al gioco di sponda di Donald Trump e della sua guerra commerciale con la Cina), si trova davanti una nuova opportunità che non vuole perdere.

L’azienda di San Diego, con una lunga storia di innovazione e un ruolo centrale nel mercato dei telefoni cellulari con i processori Snapdragon, utilizzati da quasi tutti i produttori di smartphone Android, realizza anche altri prodotti fra i quali i chip modem per le connessioni dati (4G e i nuovi 5G), oltre a vari altri tipi di chip e memorie. Una tipologia in particolare è divenuta importante in questi ultimi mesi: i chip per i computer portatili che utilizzano la versione “Arm” e non Intel/Amd di Windows. Una nicchia, che all’improvviso lo scorso giugno è diventata strategica.

Un passo indietro
Apple durante la conferenza degli sviluppatori tenutasi via Internet (causa coronavirus) a giugno ha infatti annunciato la transizione dei suoi Mac ai processori prodotti internamente del tipo usato su iPhone e iPad: basati su Apple sono più potenti di quelli di Intel a parità di consumi, e comunque più risparmiosi e più flessibili. Ed essendo progettati internamente, costano meno, riducendo il prezzo (o aumentando i margini) dei prodotti Apple. Lo vedremo tra poche settimane con il lancio del primo MacBook con Apple Silicon Inside.

Cosa c’entra con Qualcomm e in generale con il mondo Windows il produttore di nicchia dei Mac, incompatibili e relegati al 6% del mercato? Il fatto è che le quote di mercato di Apple sono piccole, ma i suoi prodotti sono innovativi e intercettano la fascia alta della clientela, quella che paga di più e che tutti i produttori Pc vorrebbero raggiungere. Ma non riescono. Mentre chi vende Pc gioca per la maggior parte del tempo una partita fatta sui volumi con margini irrisori, Apple ne gioca un’altra, basata su un numero di pezzi relativamente minore ma con una marginalità molto maggiore, che risucchia via quasi tutto il valore dal mercato. 

Per la precisione, secondo Idc nel primo trimestre del 2020 il più grande produttore di pc per spedizione di pezzi è stato Lenovo, con il 24,1% del mercato, seguito da Hp con il 22%, Dell con il 19,7%. Seguono poi i “piccoli”, cioè Acer con il 6,3% e Apple con il 5,8%. Il resto del mercato pesa per il 22,1%. 

Il timore dei produttori di Pc, adesso che il tipo di Pc che si possiede è sostanzialmente indifferente perché tutto avviene in rete e c’è spazio ad esempio anche per sistemi operativi alternativi come ChromeOS di Google, è che Apple tiri fuori dal cilindro un computer con caratteristiche uniche che spariglia. Un computer, per intendersi, che sia ultraleggero, sempre acceso come un tablet, con batteria che dura venti ore, potenza da vendere e connessione 4G/5G integrata. 

L’opportunità di Qualcomm
Tutti i produttori di Pc stanno vedendo questa opportunità nel mercato. Il ritardo tecnologico di Intel e il ruolo relativamente minore di Amd nella produzione di chip che abbiamo un rapporto consumo/potenza favorevole e che consenta di avere prestazioni paragonabili a quelle di un chip per smartphone o tablet (che sono diventati potenti come Pc di fascia media). L’obiettivo però è sfruttare le ottimizzazioni e le nuove architetture sviluppate in ambito smartphone: cicli di sviluppo più intensi e una nuova architettura proposta da Arm e più “fresca” ha consentito in pochi anni di raggiungere risultati al di là della portata di Intel. La scommessa per Qualcomm è riuscire a cogliere quel frutto. I prodotti che Cristiano Amon, presidente di Qualcomm lancerà sul palco virtuale di Ifa Berlin in queste ore seguono proprio questa idea, dopo due anni di lavoro.

Sono gli Snapdragon 8cx Gen 2 con il 5G integrato che consentono, secondo Miguel Nunes, dirigente di Qualcomm Technologies, di sfruttare al massimo la nostra nuova realtà, che è quella di una produttività da remoto ovunque. Il chipset consente di avere una batteria dei computer portatili che secondo Qualcomm dura “più giorni”, connettività 5G e Wi-Fi 6 (l’ultima versione), una sicurezza integrata, capacità multimediali avanzate e intelligenza artificiale accelerata dal processore grazie a dei cuori di calcolo dedicati.

Secondo Qualcomm il suo chipset 8cs Gen 2 da 7 watt rende fino al 18% in più di un processore Intel Core 15 di decima generazione da 15 watt, e il 51% in più di un Hybrid Core 15 da 7 watt. Anche nel rapporto performance/watt, cioè il consumo sotto stress, il chip di Qualcomm secondo l’azienda è più produttivo del 39% rispetto ai due concorrenti che rappresentano le tipologie di processori usati sugli ultraleggeri e i portatili non sostituti di desktop.

Qualcomm porta la sua esperienza e capacità in ambito smartphone direttamente sui portatili Windows, con chipset 5G (X55) e 4G (X24) e Wi-Fi 6 (FastConnect 6800), multimediale (videocamera 4K HDR con 32 megapixel, audio surround con cancellazione del rumore e dell’eco e supporto per monitor esterni “dual 4K60” e monitor integrato da 4K UHD.

Il 5G, l’altra sfida, quasi vinta
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Qualcomm insiste anche sul 5G, la tecnologia che forse è stata più “spinta” dal marketing degli ultimi venti anni (dai tempi della bolla del web, per intendersi) e che l’azienda di San Diego ha in parte definito e di cui è sicuramente una protagonista, grazie anche alle barriere commerciali e di sicurezza alzate dagli Usa di Donald Trump.
Il 5G secondo Cristiano Amon sta diventando veramente un fenomeno di massa, con 35 Paesi con il 5G attivo, 80 operatori attivi (15 Paesi e 34 operatori in Europa), e con la proliferazione di telefoni europei con Snapdragon 865 (processore) e 765G (modem 5G). Sigle che stanno dietro a telefoni di Xiaomi, Oppo, OnePlus, Motorola, Sony, Lg, Nubia, Realme, Black Shark, Nokia. Qualcomm nel 2021 ha intenzione di supportare anche una serie di apparecchi 5G di fascia medio-bassa, per cominciare ad allargarsi verso un mercato potenziale di 3,5 miliardi di utenti. 

Ma è un altro il lato del mercato 5G che Qualcomm in questo momento è molto interessata a conquistare, e cioè il mercato della banda larga fissa basata sulla coppia 5G e Wi-Fi 6. Chiamata FWA CPE, questa soluzione serve per portare banda larga nelle case riducendo il bisogno di scavi e installazione di fibra ottica, che serve solo fino alle torri di trasmissione. Il 5G si occupa di coprire l’ultimo miglio e lo fa con una capacità oltre che velocità ignota alle generazioni precedenti. Secondo Qualcomm il traffico dati FWA è a oggi circa il 15% del mercato dei dati mobili, e crescerà dell8% all’anno sino al 2025 (secondo l’Ericsson Mobility Report).

Infine il 5G con banda millimetrica, o “5G mmW”, che è quello più avanzato e con la maggiore capacità e velocità, capace di dare video in altissima qualità in streaming anche in ambienti saturi di connessioni (ad esempio a tutti gli spettatori allo stadio) e videogiochi in streaming con qualità da console anche su telefonino. Le prime sperimentazioni e aste per le frequenze sono partite: in Finlandia (frequenze aggiudicate con le aste), Regno Unito (frequenze disponibili in ambito locale), Russia (le quattro telco locali stanno sperimentando), Germania (in corso di definizione) e Italia, dove Fastweb lancerà entro il 2020 il servizio commerciale FWA. In questo ambito Qualcomm lavora per integrare le tecnologie di rete da un lato e il chipset degli apparecchi dall’altro per avere più potenza, più flessibilità e più risparmio energetico a costi minori con la serie di modem X60 5G RF System.

Il futuro
Le aziende raramente scommettono tutto su un unico cavallo: diversificano e cercano al limite di sfruttare le sinergie tra le diverse tecnologie nei vari mercati. Qualcomm, pur tra difficoltà tecniche e in parte economiche per gli ingenti investimenti, e sotto la pressione di una concorrenza asiatica spietata oltre alle cause legali che nel corso del 2018-2019 hanno rischiato di mettere in crisi il suo modello di business basato su licenze e spese di commissione, sta comunque innovando e diversificando a grande velocità.

I rischi da un lato sono la relativa crescita del mercato 5G, che sta maturando ma che potrebbe essere “normalizzato” dal prossimo 6G, la generazione dietro l’angolo della quale si studiano già i tempi di rilascio e le caratteristiche tecniche. Soprattutto, la perplessità maggiore viene dal mercato dei Pc basati su processori Arm come gli Snapdragon 8cx Gen 2 5G di Qualcomm. Windows è stato effettivamente convertito anche per la nuova architettura ma non c’è una vera e propria migrazione organizzata, anche perché l’ecosistema Microsoft è strettamente legato al mondo x86 di Intel e Amd. Il risultato è che probabilmente a questi fantastici, ultraleggeri, risparmiosi e potenti computer portatili mancheranno moltissimi software e driver per periferiche, rendendo l’esperienza d’uso pionieristica al massimo se non decisamente frustrante. E non è chiaro quanti anni ci vorranno perché questa transizione effettivamente venga portata avanti, se mai lo sarà. 

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