Recensione del Portatile Apple MacBook Air (2018 i5, 256 GB): un portatile senza tempo

Apple ha rinnovato nell’autunno 2018 uno dei suoi portatili simbolo. Quel MacBook Air che anni fa fu capostipite di un nuovo genere, ovvero notebook compatti, leggeri, perfetti per la vita in mobilità di tutti, dal manager allo studente. Genere che, nel corso del tempo, è diventato sempre più popolare.

MacBook Air (2018) aveva quindi un’eredità importante e difficile da raccogliere. Da una parte sono arrivate un po’ tutte le cose che gli utenti volevano. Lo schermo Retina, le cornici sottili, la tastiera ed il touchpad rinnovati, e tutto senza rinnegare il design e lo spirito dei suoi predecessori. Dall’altra è il mercato ad essere cambiato, e la stessa line-up dei MacBook non è più quella di un tempo. Sì, perché in fondo il problema è proprio questo: dove si colloca il nuovo MacBook Air (2018), ed a chi è diretto?

Costruzione
Nulla da dire, come sempre. Apple sa costruire notebook, lo sa fare da anni, ed il nuovo MacBook Air lo (ri)dimostra. Al contrario del Mac Mini (2018), che esteticamente è quasi indistinguibile dal suo predecessore, nel caso del MacBook Air (2018) le differenze ci sono eccome, e sono volute e dovute.

Il portatile è sempre un 13” ma più piccolo, con cornici attorno allo schermo che non saranno ridotte ai minimi termini, ma sono comunque al passo con i tempi. E tutto ciò senza andare a sacrificare lo spazio per la tastiera, che gode di tasti molto ampi. Al suo fianco troviamo le caratteristiche griglie per gli speaker, presenti in altri MacBook, ma finora assenti dalla serie Air.

Sul lato sinistro abbiamo due Thunderbolt 3, sul destro il jack audio. È una dotazione minimale, della quale è facile lamentarsi, ma che ormai va bene, in particolare in un dispositivo del genere. Abbiamo avuto anni per abituarci alla Type-C, e per dotarci di un buon numero di accessori adeguati. E poi siamo di fronte ad un ultra-portatile, non ad una workstation: non è nato per vivere con con chissà quanti dispositivi collegati.

L’unico difetto, per così dire, sono lievi flessioni sul dorso, dietro lo schermo, ma è normale, e poi sono irrisorie. Volendo essere pignoli, segnaliamo anche che i 4 gommini sul fondo sono un po’ troppo rigidi: il grip un minimo ne risente, ma soprattutto negli anni potrebbero tendere a creparsi (true story – NdR). Come già detto però, stiamo cercando il pelo nell’uovo. Nel complesso la sensazione di solidità in mano è notevole, la scocca trattiene poche impronte, ed il vostro piccolo MacBook Air non mancherà di accompagnarvi ovunque con soddisfazione (vostra e sua).

Il nuovo Apple MacBook Air ha un nuovo chassis, che sembra quasi identico al MacBook Pro e condivide la stessa impronta. Tuttavia, la parte anteriore del MacBook Air è ancora una volta affusolata e misura solo 0,41 cm nel punto più sottile. Il peso è stato ridotto di circa 100 grammi rispetto al vecchio modello e il nuovo Air si trova tra il MacBook 12 e il MacBook Pro 13.

Tastiera e touchpad
Apple equipaggia il nuovo MacBook Air con la familiare tastiera Butterfly. Simile all’attuale 2018 MBP 13 (Touch Bar), è la terza generazione di switches Butterfly con membrane al silicio. Questo dovrebbe impedire allo sporco di entrare negli switches, che in passato ha provocato il danneggiamento delle tastiere. Si tratta di un vantaggio rispetto al meno costoso MacBook Pro 13 così come il MacBook 12.

Scrivere su questo MacBook Air è una bella sensazione, ma strana. In senso né buono né cattivo. È un’esperienza di scrittura diversa da qualsiasi altra, che dovreste provare per capire se faccia o meno al caso vostro. Potreste innamorarvene o potreste odiarla.

Si tratta della Butterfly 3, la terza generazione di questo tipo di tastiere di Apple, che rispetto ai modelli passati dovrebbe essere immune allo sporco che col tempo si annida tra un tasto e l’altro, potendone compromettere la funzionalità.

Potreste apprezzarne il suono, sensibile ma non fastidioso. Potreste apprezzarne la velocità con cui passerete da un tasto all’altro, grazie alla loro corsa così sottile eppure al buon feedback che restituiscono, merito anche della solidità della scocca su cui poggiano. Potreste apprezzare l’ampiezza di ogni singolo key cap e la perfetta spaziatura tra uno e l’altro, che difficilmente vi farà sbagliare un colpo. Oppure potreste odiarla, sostanzialmente perché così diversa dall’ordinario.

Personalmente propendo più per la prima opzione, ma capisco che sia un po’ una tastiera che divide. Datele una chance però. Provatela magari sul MacBook di un amico, piuttosto che di sfuggita in un centro commerciale. Se doveste piacervi fin da subito, benissimo. Se non dovesse conquistarvi, insistete un po’ prima di bollarla definitivamente, perché vi assicuro che ne vale la pena, e che una volta che vi sarete abituati apprezzerete tutte quelle qualità che ho elencato qui sopra.

Nota a margine per la retroilluminazione: sempre impeccabile, con i suoi 16 diversi livelli di luminosità. Entra anche in azione da sola al momento opportuno ed è uniforme e precisa su ogni tasto.

Touchpad
Un confronto diretto tra il vecchio e il nuovo MacBook Air mostra quanto sia massiccio il nuovo trackpad. Simile alla tastiera, non c’è alcuna differenza percettibile rispetto al più costoso MacBook Pro e anche se la concorrenza di Windows ha colmato il divario negli ultimi due anni, i touchpad dei MacBook sono ancora il punto di riferimento. La gestione è estremamente precisa e i gesti multi-touch sono facili grazie all’ampia superficie. Si tratta di un cosiddetto Force Touch trackpad, quindi il feedback del click è identico indipendentemente dal punto in cui si clicca e il touchpad riconosce diversi livelli di pressione (ad esempio, un click più difficile per il menu contestuale).

Processore e memoria
E’ l’Intel i5 meno performante (ma anche meno energivoro) che equipaggia questo AIR. Dual core, 1.6ghz. Ma c’è il coprocessore T2 a dare una mano. Il T2, oltre ad occuparsi dei dati sulla sicurezza (qui sono contenute le informazioni delle impronte digitali, password ecc ecc..) si occupa di fare encoding e decoding video. E questo fa la differenza. Nemmeno il pro da 13 senza touch bar ne è provvisto! Ram 8gb lpddr3 abbastanza veloce ma sopratutto SSD su PCIe molto veloce! Nel complesso una macchina adatta a 360°. Anzi 340 non avendo una GPU se non quella contenuta nel SOC di Intel, la 617.

Ho montato senza problemi con Premiere (notoriamente CPU centrico) file video 1080p 60fps. E’ andato in forte crisi con video h265 4k a 60fps da 200Mb/s ma, ad onor del vero, questi file sono stati maldigeriti anche dal mio Pro da 15″ con i9!!! In questo caso le ventole sono partite al massimo (solitamente è molto conservativo e silenzioso) e ha sofferto di thermal throttling risoltosi in 10 minuti. Scalda sulla parte superiore centrale della cerniera e simmetricamente sotto, in punti lontani dal contatto con mani o gambe.

Batteria
E qui il punto forte! Uso generalista, web, office, youtube, netflix ho fatto 10/11 ore di uso! Si può davvero fare la giornata senza collegarlo ad una presa di corrente!!! Mentre in uso superstress, montaggio, rendering, siamo comunque sulle 4 ore.

Giudizio finale
Sicuramente ha più senso del PRO 13″ base che non ha T2, non ha Touch ID, ha prestazioni e dimensioni simili e costa di più. Diverso il discorso rispetto al 13 touch bar per espandibilità, T2 e configurabilità. Ma qui si parte da oltre 2000 euro e personalmente consiglio il passaggio al 15″.

Insomma questo AIR si costa tanto, ma va altrettanto bene per tutti gli usi generalistici. Gli manca una scheda video dedicata (che nel mondo MAC si trova solo sul 15″ pro). Se usate tanto la grafica potrebbe essere un limite mentre sui video il T2 aiuta. Ma per batteria, tastiera, display, costruzione, audio va davvero bene e non ci si pente di aver speso una cifra comunque importante. Continua a rimanermi indigesta la mancanza di un lettore SD mentre le thunderbolt 3, con USB C, sono ormai lo standard. E due sono sufficienti.

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