3 trucchi per non rovinare la batteria del computer portatile

Cicli e percentuale di carica sono, insieme al calore, i fattori che determinano maggiormente l’usura della batteria del laptop. Ecco come comportarsi

Inizialmente estremamente performanti – i modelli top di gamma garantiscono un’autonomia che sfiora, e in alcuni casi supera, le 10 ore – le batterie dei laptop possono finire con il degradarsi anche piuttosto velocemente. Dopo un anno, infatti, l’autonomia scende drasticamente e in alcuni casi potrebbe ridursi della metà.

Molto, però, dipende anche dall’utilizzo che si fa del computer portatile e di come si “tratta” la batteria. Come accade per quella dello smartphone, infatti, sono necessari alcuni accorgimenti che permettono di non rovinare la batteria del computer portatile e preservarne, così, autonomia e durata. Uno dei trucchi più efficaci, in questo caso, sta nel gestire al meglio i cicli di carica e scarica: ogni batteria, infatti, ha un numero finito di cicli di ricarica (solitamente tra gli 800 e i 1.000), valore oltre il quale non riuscirà più a caricarsi completamente. Scoprire se è consigliabile tenere la batteria sotto carica mentre si usa il laptop o se è meglio togliere la batteria quando il dispositivo è collegato alla presa della corrente potrebbe fare la differenza.

Gestire i cicli di ricarica
Una corretta gestione dei cicli di carica e scarica della batteria consentirà di allungarne la vita ed evitare che l’autonomia si riduca notevolmente dopo pochi mesi di utilizzo. Come dimostrano diverse ricerche sul tema – non ultima, quella realizzata dalla Battery University – una batteria agli ioni di litio non andrebbe mai ricaricata completamente, né fatta scaricare del tutto. Una ricarica del 100%, infatti, ridurrà i “cicli di vita” a disposizione dell’accumulatore, mentre limitandosi a cariche da 80-90% si riuscirà a ottimizzare il tutto, riuscendo a raddoppiare (o quasi) l’aspettativa di vita della batteria.

Il calore rovina le batterie
Il calore è tra le cause principali di batterie degradate e dalla scarsa durata. Temperature oltre i 30 gradi centigradi, infatti, fanno sì che i legami chimici tra gli ioni di litio si deteriorino in fretta e si rompano, limitando così la capacità di carica dell’accumulatore. La produzione di calore, però, è anche uno degli “effetti secondari” della ricarica delle batterie: insomma, più a lungo si ricaricano le batterie, più si corre il rischio di ridurne l’aspettativa di vita. Se la temperatura della batteria dovesse restare per tre mesi oltre i 40 gradi centigradi – tanto per fare un esempio – si calcola che perderà il 35% circa della sua capacità di accumulo (e autonomia, di conseguenza).

Caricare il computer mentre si lavora
Nonostante gli sforzi in questo senso, non esiste un’indicazione unica e univoca se si possa tenere il computer costantemente sotto carica mentre si lavora o si gioca. Ogni produttore, infatti, fornisce indicazioni più o meno differenti sul comportamento da tenere: alcuni affermano che non è necessario rimuovere la batteria anche una volta che ha raggiunto il livello di carica desiderato (tanto che alcuni modelli non hanno batteria rimovibile); altri, invece, consigliano di staccare la spina della corrente una volta che la batteria è carica a sufficienza.

Nonostante ciò, la decisione ultima spetta all’utente. Nel caso in cui si decidesse di tenere la batteria costantemente sotto carica, verificate che la temperatura ambientale non sia elevata e i sistemi di dissipazione del calore del PC funzionino alla perfezione. Se, invece, si sceglie di togliere la batteria è necessario accertarsi che sia carica all’incirca del 50%: valori più elevati o più bassi potrebbero comprometterne definitivamente il funzionamento.